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La creatività è un sostegno importante per la disabilità

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La creatività è un sostegno importante per la disabilità

Prima di argomentare del ruolo decisivo che ha la creatività in coloro che sono portatori di disabilità e discutere dei benefici che si rivelano nei bambini e negli adulti che si accostano a nuove esperienze creative, bisogna soffermarsi sul significato della parola “creatività”.

Cercando il significato sull’enciclopedia Treccani, scopriamo che la creatività è la «virtù creativa, cioè la capacità di creare con l’intelletto, con la fantasia».

L’importanza della creatività

Nel corso degli anni molte sono state le interpretazioni e i significati che hanno maggiormente valorizzato l’importanza della creatività a livello individuale e sociale.

Per Albert Einstein «La creatività non è altro che un’intelligenza che si diverte»

Per Sigmund Freud «La creatività è un tentativo di risolvere un conflitto generato da pulsioni istintive biologiche non scaricate. Perciò i desideri insoddisfatti sono la forza motrice della fantasia ed alimentano i sogni notturni e quelli a occhi aperti»

Per Steve Jobs «La creatività è mettere in connessione le cose»

Bruno Munari in un suo libro dal titolo Fantasia, parla della creatività e distingue tra fantasia, invenzione, creatività e immaginazione. Secondo Munari, «la creatività combina fantasia e invenzione per produrre qualcosa di funzionante e realizzabile (cioè un’applicazione concreta della fantasia)». E conclude dicendo che soltanto facendo interagire questi quattro livelli si potrà riuscire a creare qualcosa di creativo.

La creatività oggi

Nel pensiero comune, e nella vita quotidiana dei giorni nostri, riteniamo che la creatività sia una dote non appresa, a che venga tramandata geneticamente. Infatti a molti sarà capitato di sentirsi domandare se una qualsiasi passione o forma d’arte possa essere stata trasmessa da qualche parente. Pensare di possedere un’abilità creativa, tramandata dalla propria famiglia porta a un fiero senso di appartenenza che ci fa sentire unici e privilegiati

D’altro canto gli studi psicologici hanno rivelato che la creatività «è un processo di dinamica intellettuale. I cui fattori caratterizzanti sono: sensibilità ai problemi, capacità di produrre idee, originalità nell’ideare, capacità di sintesi e di analisi, capacità di definire e strutturare in modo nuovo le proprie esperienze e conoscenze».

Se quindi la creatività è una capacità, essa va coltivata e fatta crescere attraverso le opportunità che ci dà il mondo circostante. Inoltre va detto che il pensiero creativo si sviluppa proprio attraverso l’interazione tra dotazione genetica e ambiente circostante.

Essere creativi non vuol dire essere a tutti costi originali. Bensì avvalersi delle potenzialità di sviluppo del proprio cervello. Se pensiamo in modo creativo vuol dire che stiamo sviluppando un pensiero divergente che ha come obiettivo quello di trovare soluzioni nuove ed efficaci a secondo del settore umano in cui si voglia agire.

In questa prospettiva possiamo definire la creatività come «l’attitudine umana di adattarsi alle circostanze e di adattare le circostanze a sé» (fonte). Ed è proprio in base a questa ipotesi che si delinea una relazione tra creatività e disabilità.

Creatività e disabilità

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) definisce la disabilità come una limitazione o perdita nel compiere un’ attività considerata normale nell’essere umano. Quindi una stessa invalidità su soggetti diversi può corrispondere a diversi livelli di disabilità. Il pensiero creativo è la risposta necessaria per superare i propri limiti e le difficoltà che ne derivano.

Adesso riportiamo l’argomentazione sopra formulata in un contesto ludico – e per ludico intendiamo l’esplicazione di laboratori artistici a bambini portatori di disabilità. Ecco che il pensare creativo può divenire un’ottima risorsa per far superare i loro limiti e portarli verso un benessere psico-fisico.

Definire il progetto

È naturale che per arrivare al progetto finale, i bambini dovranno attenersi alle linee guida, esposte dal loro tutor di riferimento nei tempi e nei modi richiesti. Se, per esempio, nello specifico, si vuole dare ai bambini l’opportunità di decorare la loro scatola dei segreti, oltre ad offrire loro il materiale, bisogna definire i tempi e i modi giusti.

Una buona definizione del progetto porta alla valorizzazione dell’individualità di ogni singolo individuo. Ma anche al rispetto delle regole che dovranno coesistere all’interno di un gruppo: come la collaborazione e la solidarietà.

I materiali e gli attrezzi che i bambini stessi andranno ad utilizzare saranno un veicolo fondamentale per esprimere al meglio il loro estro. Se da un lato l’utilizzo degli attrezzi potrà facilitare lo svolgimento di alcuni passaggi, rendendo la disabilità dei bambini oggettivamente meno invalidante, i materiali come il cartone e/o i pennarelli e altro ancora potranno canalizzare i loro stati d’animo, dando loro una motivazione maggiore nell’affrontare l’esperienza stessa.

A progetto finito, ogni bambino avrà realizzato la propria scatola dei segreti dove verrà custodito il proprio mondo fatto di piccole cose, ma colmo di tanta forza e pieno di una gran voglia di superare le loro difficoltà. Grazie anche al sostegno di un educatore o tutor che rafforzi in loro uno spirito costruttivo indispensabile nel trovare le giuste soluzioni e che li renda fieri di loro stessi.

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